Un nome insolito per indicare un canale abbandonato
I più antichi canali irrigui sono stati oggetto di infeudazione, come si è visto, a partire dalla metà del XIII secolo. In gran parte ancora in uso, essi hanno rappresentato, insieme ad altre strutture medievali, sia pubbliche che ad uso privato, la fine dei secoli bui e l’inizio di un’epoca migliore. Esistono tuttavia dei canali d’irrigazione che, per varie ragioni, non sono mai entrati in funzione oppure che si sono dovuti abbandonare, già nei tempi antichi. Essi sono comunemente noti con i nomi di Ru de Pan Perdu.
La traduzione letterale suggerisce l’impossibilità di rendere maggiormente produttivi i terreni che si sarebbero dovuti irrigare, cosicché, in molti casi, la denominazione Ru de Pan Perdu (troviamo questo termine anche con la grafia Ru de Pamperdu) ha sostituito il loro nome originario, molto spesso dimenticato. Oltre all’interpretazione tradizionale del nome – che lascia appunto intendere una notevole diminuzione di raccolti di cereali dovuta all’impossibilità di irrigare i campi – ne esiste anche un’altra che, tuttavia, riteniamo un po’ forzata e si riferisce al maggiore e inutile consumo di alimenti da parte di coloro che stavano realizzando i faticosi lavori manuali occorrenti per costruire il canale irriguo. Comunque sia, è vero che alcuni canali abbandonati sono costati fatiche immani e i loro resti sono ancora lì a testimoniarcelo.
Alcune leggende narrano di canali irrigui che sono stati abbandonati durante o poco dopo la loro costruzione in quanto l’acqua, attraversando pietraie o altre zone particolarmente permeabili, tendeva ad infiltrarsi nel terreno anziché arrivare a destinazione. Spesso questi racconti avevano come protagonisti i serpenti i quali, entrati nell’immaginario collettivo, erano ritenuti colpevoli di procurare delle perdite d’acqua dai canali scavando delle cavità nei loro alvei naturali.
Molto probabilmente l’assoluta necessità di irrigare le terre coltivate o da coltivare ha portato gli utilizzatori della risorsa idrica, per così dire, a sfidare la natura, costruendo canali irrigui anche in quelle zone poco o per niente adatte dal punto di vista idrogeologico.
Secondo la storiografia tradizionale la maggior parte dei Ru de Pan Perdu pare sia stata abbandonata dopo il 1630, anno in cui la peste decimò la popolazione in Valle d’Aosta. A causa, infatti, della carenza di manodopera in alcune località particolarmente colpite dall’epidemia, non è stato più possibile garantire l’indispensabile manutenzione ad alcuni canali irrigui esistenti, determinandone, dapprima il loro abbandono, poi la progressiva scomparsa per opera della natura. Al flagello della peste bubbonica dobbiamo però aggiungere anche avversità provocate dalle calamità naturali – tra le maggiori delle quali ricordiamo l’alluvione del 1640 – nonché gli eventi nefasti causati da incertezze politiche, da guerre e anche dal passaggio di milizie straniere, che hanno caratterizzato un po’ tutte le epoche, dal Medioevo alla Restaurazione.
Tuttavia le vestigia di queste antiche strutture sono ancor oggi visibili in alcune località della valle. Muri, pilastri e archi in pietrame a secco, dopo secoli, continuano a dominare pareti rocciose inaccessibili, mentre tracce di camminamenti orizzontali ormai quasi completamente inghiottiti dalla vegetazione arborea testimoniano quello che era un passaggio dell’acqua. La Valle d’Aosta è dunque ricca di canali irrigui che un tempo espletavano la loro funzione benefica sull’attività agricola ma che, necessitando di enormi sforzi per il loro mantenimento, sono stati ad un certo punto abbandonati, alcuni temporaneamente, altri definitivamente.
I rû neuf – antichi canali riattivati e ammodernati
I canali irrigui noti oggigiorno con l’appellativo di Ru Neuf, a dispetto del loro nome, erano con ogni probabilità canali già esistenti che, in seguito ad un periodo più o meno lungo di abbandono o di incuria, sono stati ripristinati, rimessi in funzione oppure sono stati ammodernati e ampliati. Si presume, infatti, che nella maggioranza dei casi l’aggettivo neuf sia da mettere in relazione ad una preesistenza, piuttosto che ad un ipotetico ordine temporale di realizzazione dell’opera irrigua in un determinato comprensorio.
Tuttavia, dal punto di vista storico, solamente il caso relativo al Ru de Jovençan – noto anche con il nome di Ru Neuf – è ben documentato. Nell’opera Aymavilles. Recherches pour l’histoire économique et sociale de la communauté di Joseph-César Perrin sono raccontate le vicissitudini di questo importante canale irriguo per le tre comunità interessate.
Nella seconda metà del XV secolo furono eseguite importanti opere di ammodernamento, poiché, almeno per quanto riguarda il tratto in questione nei pressi della chiesa di Saint Léger ad Aymavilles, il canale era completamente da ricostruire e del vecchio sedime non rimaneva più alcuna traccia.
Per approfondire l’aspetto tecnico del nostro Ru Neuf crediamo opportuno proporre il contenuto della Transaction entre le Révérend Sieur Guillaume Régis Curé et Recteur de l’Église paroissiale de S. Léger d’Aymaville et Chanoine d’Aoste et les particuliers du Mandement d’Aymaville, occasion du grand ru.
Si tratta di una traduzione in francese, effettuata il 22 febbraio 1900, di un atto risalente al 2 ottobre 1471 mediante il quale il Vénérable et illustre Seigneur Guillaume Régis Chanoine d’Aoste Curé et Recteur de l’Église paroissiale de Saint Léger d’Aymaville concesse l’autorizzazione alla costruzione del ruisseau neuf d’Aymaville appelé de Saint Léger sulle proprie terre aux mêmes ayant part qui a été de nouveau accordé aux […] consorts par l’illustre et Magnifique Seigneur Comte de Challand Seigneur d’Aymaville.
Dal momento che le dit ruisseau ne peut passer qu’à travers les biens de la dite église de Saint Léger, auxquels biens il porte un grand préjudice, comme d’autre part le nouveau ruisseau à construire est destiné à porter de grands avantages aux mêmes terres d’Aymaville, il prelato autorizzò i richiedenti nelle persone di Jacques Fabodi et Pierre Dechellion de la paroisse de Jovençan procureurs du dit Ruisseau […] de tracer, construire, traverser et conduire le dit ruisseau et l’eau du même ruisseau […] avec les conduits, les passages et les bords nécessaires le long des terres du jardin de la cave du cimetière et du pré de la dite église de Saint Léger d’Aymaville ou il sera nécessaire et opportun c’est à dire jusqu’à la latitude de neuf pieds […].
Fu inoltre convenuto tra le parti che l’on construirait une muraille de chaque coté du dit ruisseau suffisamment solide de façon que l’eau du dit ruisseau ne puisse ni porter ni causer aucun dommage à la dite Église ou à ses propriétés […]. De même il fut dit et arrêté entre les deux parties que le dit ruisseau qu’on doit construire dans cette propriété doive être réparé chaque année par les dits consorts et ayant part au dit ruisseau à leurs propres frais et dépenses de telle façon que les déblais du dit ruisseau soient déposés dans l’espace des dits neuf pieds de latitude comme ci devant il a été dit ayant soin de causer le moins de dommage possible à la dite cure, excepté les premiers déblais, soit la fendua du dit ruisseau […].
Nel caso in cui il tracciato del canale nuovo soit fait ou vienne à passer à travers quelques maisons de la dite Église en dehors de la cave prédicte et que l’on détruise quelques maisons de la dite Cure […] dans cette circonstance les dits consorts et leurs successeurs soient tenus à rebâtir et restaurer ces domiciles à leurs propres frais et dépenses sans ombre de contestation […].
De même il fut dit et arrêté entre les dites parties que le dit ruisseau qui va être construit depuis l’entré des dites propriétés jusqu’au pré en deça de l’Église doive être bien et suffisamment recouvert et tenu couvert à perpétuité par des pierres solides ou des morceaux de bois et être caillouté si la nécessité l’exige […].
Infine, per ottenere l’autorizzazione a costruire il canale e a convogliare le acque, il prelato impose soixante livres de bonne monnaie ayant cours à Aoste, suddivise in tre rate annuali, da pagare alla festa di san Michele.
Nonostante gli accordi del 1471, alcuni secoli più tardi, precisamente il 20 aprile 1832, si ha notizia di una causa legale vertente tra la chiesa di Saint Léger e il comune di Gressan accusato di aver fatto demolire una parte del fabbricato di proprietà della curia per effettuare la manutenzione del ru.